Durante il primo lockdown, marzo 2020, ho iniziato a ricamare.
In realtà non sapevo nemmeno attaccare un bottone. Ma a gennaio avevo visto la mostra sulle opere di Maria Lai, artista sarda. Il suo lavoro lo avevo conosciuto anni fa grazie a un laboratorio di Barbara della Polla al Teatro Biblioteca Quarticciolo.
Chiusa in casa, ho iniziato a ricamare alcuni versi della poesia di Mariangela Gualtieri “Nove marzo 2020”. Così ho scoperto una forma di espressione artistica che mi appartiene. Mia madre mi ha dato il telaio e dei fili con cui aveva realizzato dei lavori quando era giovane. Ho ricamato cuori: ad ogni punto, un sospiro e un pensiero dedicato alla persona che avrebbe ricevuto in dono quel mio artefatto. Ora sto proseguendo, sperimentando anche nuovi tessuti, comprese le t-shirt.
Un punto tira l’altro: questa pratica meditativa mi connette con i miei pezzi di cuore sparsi per il mondo, il ricamo dà subito la soddisfazione di vedere il prodotto del proprio lavoro e accende idee per quello successivo. Ovviamente, da brava Penelope, la mia tela non è mai completamente finita.

































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