
Non avrei mai creduto che nel giro di un mese avrei avuto due avventure da raccontare! Eppure, dopo un’emozionante viaggio in Irlanda, sono finita sulle Dolomiti! Un viaggio che segnerà per sempre un “prima e un dopo”, per come è nato, per come si è svolto, e per i cambiamenti che sta portando nella mia vita. Fatico a raccontarlo, ma credo sia importante farlo per testimoniare che le belle cose, quando meno te l’aspetti, accadono.
Un giorno, distrattamente, ho letto su un giornale online che ci si poteva candidare per andare gratis 5 giorni sulle Dolomiti! Unica regola: niente cellulare. Una digital detox per scaricare lo stress in mezzo alla natura, offerto e organizzato da Heart of the Dolomites. Con il mio solito entusiasmo ho proposto ad altri di provarci, ma nessuno si è fidato o ha potuto farlo. Il giorno prima di partire per l’Irlanda ho girato un video e ho inviato la mia candidatura, senza crederci troppo, ma solo per non avere rimpianti.
A rivederlo ora, il video mostra una me molto emozionata, che fa trapelare un reale bisogno di staccare. Non di fuggire, ma di staccare. Staccare il telefono significa isolarsi, prendere una pausa dalla solita routine, dalle mille notizie e richieste che arrivano da tutte le parti del mondo. Dismettere i panni che indossiamo nella vita, per cercare di rimettersi in contatto con noi stessi. Ora che mancano solo 6 mesi ai miei X0 anni (anche se per fortuna continuo a dimostrarne meno!!!), avevo bisogno di fermarmi, respirare, ascoltare la mia voce interiore troppo spesso soffocata dal vociare degli altri. Sognavo tramonti infiniti, montagne, caprette, silenzio. Beh… anticipo che ho trovato molto di più!
Dopo pochi giorni dall’invio della mia candidatura, ero in Irlanda, stavamo andando verso la scuderia per andare a cavallo, ero felice, cantavo nella macchina guidata da Gigi, Giuly al mio fianco, quando è arrivata l’email che mi comunicava che tra 19.100 persone ero tra i 10 prescelti!! 19.100 persone da tutto il Mondo e loro, hanno scelto me. Pazzesco. In quel preciso momento mi sono sentita la persona più fortunata del mondo. Poi mi sono ricordata del mio libro preferito: “La fortuna non esiste”. Ed è vero.
Piuttosto preferisco credere che la felicità è una scelta e che se la scegli lei sceglie te. E così io, che avevo scelto di provarci, di mettermi a nudo e di tentare, scelta tra 19.100 persone, dal 13 al 17 settembre sono andata sulle Dolomiti per condividere un’avventura con altri nuovi 9 sconosciuti.
Poche le notizie che avevo, solo la destinazione: un aereo prenotato, consigli su cosa portare, e l’indicazione di dove avremmo dormito, il Rifugio Falier.
Preparare uno zaino per un’avventura così misteriosa non è stata cosa facile. Sapere di non avere il cellulare comporta di dover portare, tra le altre cose, libri, un quaderno e una penna, una torcia, una macchina fotografica e… un dizionario di inglese dato che quella sarebbe stata la lingua utilizzata per poter dialogare con i miei compagni.
Arrivato il giorno del viaggio, cuore a mille, e tanti pensieri. Cosa stavo lasciando a casa? Di cosa avrei avuto nostalgia in quei giorni così isolata? E cosa avrei trovato al mio rientro? Pensieri che si sono dileguati non appena ho visto i miei compagni di viaggio. Ad aspettarmi in aeroporto alcuni degli organizzatori con un cartello in mano e i primi 5 arrivati. Ogni dubbio e perplessità se n’è andata al primo abbraccio. Chiacchiere (ancora in italiano… per fortuna!), primo pranzo tra le montagne accompagnato da un buon vino, ed eravamo già una squadra. Ci siamo poi riuniti tutti e 10 i fortunati, arrivati da tutte le parti del mondo, Brasile, Slovacchia, Londra, Lione, e dopo i saluti istituzionali, le presentazioni, abbiamo dato in consegna i nostri cellulari e ci siamo diretti a piedi al nostro Rifugio. Una camminata di 2 ore che ci ha lentamente portati lontani dalle nostre vite, dai nostri mondi, e ci ha catapultati in un mondo parallelo.

Ha avuto così inizio una delle avventure più belle che io abbia mai vissuto.Solo al mio rientro nella “vita reale”, quando hanno iniziato a chiamarci i giornalisti, quando tutti mi hanno chiesto incuriositi come era andata, ho capito che quella che sembrava una semplice vacanza, in realtà, è stato un piccolo gesto rivoluzionario. Un’eccezione alla regola che ci vuole sempre connessi, sempre disponibili e pettinati.
Noi per 5 giorni ci siamo isolati dal mondo ma ci siamo connessi con la natura, con noi stessi e tra di noi. Ci siamo fatti coccolare da Franca e Dante, che gestiscono il Rifugio Falier sotto la Marmolada. Calore, buon cibo, sorrisi e abbracci. La Valle dell’Ombretta ci proteggeva. Le nostre giornate sono passate nella semplicità. Dormire in un rifugio richiede spirito di adattamento. Camerate con letti a castello, due soli bagni per tutti. Eppure ci sentivamo come in un albergo di lusso. Perchè il lusso era avere il sole che sorgeva proprio davanti alla nostra finestra e ci colorava d’oro. Il silenzio. Le caprette la mattina che venivano a salutarci e a farsi coccolare. Lo scorrere tranquillo del tempo.Ogni giorno una scoperta. Lo yoga, il Forest Bath, lo Stone Balance, il Bagno sonoro. Ho ascoltato il mio corpo, abbracciato un albero, camminato scalza sulla terra, vibrato al suono delle campane tibetane, costruito un ponte con i sassi.Ogni giorno facevamo anche meditazione con la Mindfulness, scrivendo ogni sera nel nostro “Diario della gratitudine” tre ringraziamenti per le cose vissute durate la giornata. E poi tanto trekking e camminate. Sono tornata bambina! Con quella semplicità e leggerezza che tanto mi mancavano. Adolescenti degli anni ’90, che trascorrevano il tempo a conoscersi, giocare, ridere, piangere, abbracciarsi, brindare ai nostri desideri.

Non abbiamo mai affrontato veramente il tema “cellulare”. Non eravamo li per “disintossicarci dallo smartphone”, noi avevamo bisogno di riconnetterci con noi stessi. Con il presente. Con le vite che ci passano accanto e che spesso nemmeno notiamo.
Ed ecco cosa mi è rimasta di questa esperienza. Mi è rimasta un’attenzione maggiore del qui ed ora, un amore per me stessa e la mia vita che avevo perso. Accendo il telefono più tardi la mattina, non ho più la necessità di condividere tutto quello che faccio perchè preferisco viverlo, assaporarlo. Mi sento forte. Capace di scalare una montagna. Proseguo la mia ricerca della Felicità con cuore e occhi spalancati, predisposta ad accogliere ciò che incontro, persone, luoghi, situazioni. Cerco il mio ritmo, ascolto il mio respiro e lo accetto così com’è.
Credo che questo ricordo possa riassumere in pieno quello che ho vissuto: il nostro ultimo trekking verso la vetta della Marmolada. Non avevo voglia di andare, ma l’entusiasmo degli altri mi ha convinta che non potevo perdere quest’ennesima, ultima avventura. Ho faticato tanto, ma mi sono concentrata nella ricerca del mio ritmo. La camminata è stata una sorta di meditazione. Arrivati a un certo punto non ce la facevo più a salire, e mi sono fermata ad aspettarli. Io, sola, davanti alla vallata. Ho meditato, scritto, letto, creato l’ennesima torre di pietre. Poi i miei compagni sono tornati da me, a prendermi. Non mi sono mai sentita sola. Ero tutt’uno con la bellezza che c’era davanti e dentro di me.

Ora mi sono rimasti Carol, Ionela, Ivana, Valentina, Fulvio, Michel, Igor, Josef, Lucas. PDC = Pezzi Di Cuore, siamo i 10 fortunati non solo perchè abbiamo potuto vivere questa esperienza, ma per tutta la bellezza che ci siamo portati via.Il cellulare lo uso principalmente per stare connessa a loro e a chi amo e mi sta lontana. Rapporti condivisi, reciproci, reali.
Grazie a chi ha reso possibile tutto questo: Emma, Dott. Alberto, Amina, Elisa, Valentina, Giada, Marisa, Adriano, Samir, Dante e Franca. E Mauro, mio pezzo di cuore, che mi ha ricordato che devo seguire il mio ritmo, che posso arrivare ovunque, e che sono bella quando mi emoziono! Mi avete insegnato cosa significa “resilienza”, voi che amate così tanto il vostro territorio, che avete deciso di lavorare li, di investirci e di reagire ai danni provocati dai temporali dello scorso anno. Siete stati un forte esempio.
Perchè “Penelope esce sola” ma nel suo cammino ha sempre la fortuna di incontrare compagni di viaggio speciali. Voi siete tra questi.
to be continued…