Cara Alessandra Amoroso, ti scrivo.
Sono una grande appassionata di musica italiana. Ti stimo anche molto. Sei bella, brava, hai una voce passesca, sei salentina. Insomma: una donna piena di qualità! In questi anni ho anche apprezzato alcune tue canzoni. Nell’eterna diatriba se fossi meglio tu o Emma Marrone ho spesso faticato a schierarmi.
Ma mi dispiace: sul ciglio senza far rumore non ti ci posso lasciare!
Per chi si fosse distratto, l’ultimo singolo di Alessandra Amoroso si intitola proprio così: “Sul ciglio senza far rumore“. Lui la lascia… hanno un rapporto di alti e bassi… e la nostra Alessandra lo aspetta sul ciglio senza far rumore!
Cara Alessandra, mi siedo accanto a te con una bella tazza di thè caldo e cerchiamo di ragionare insieme. Capisco il dolore, lo stordimento. Ma così non funziona. Il teorema di Ferradini di prendere una donna e trattarla male non funziona! E non funziona nemmeno farsi trattare male!
Ti preferivo quando ci incitavi comunque ad andare. Cosa è successo? Perchè ora ci racconti di una donna che si accontenta di stare in un angolo ad aspettare?
Non è un atteggiameno giusto nella vita, in generale, non solo nelle storie d’amore. Apprezzo il consiglio di non rompere troppo le scatole. Essere petulanti non aiuta. Nemmeno incalzare per avere risposte. Meglio mollare, dare tempo, spazio. Riflettere e far riflettere. E nel mentre che c’è il silenzio fare tanto rumore nella propria vita, ricominciare, stravolgere tutto.
Mia cara Alessandra, nessuno deve fermarti e fermare la tua vita. Tu vai avanti, vivi, diventa la migliore Alessandra che puoi divetare, e vedrai che lui, se ti ama. ti verrà a riprendere. Altrimenti va bene lo stesso.
Proprio l’altro giorno leggevo un articolo sull'”ASSERTIVITA’“. Una grande lezione! Essere assertive, uscire allo scoperto, imparare ad amarsi, mettersi al centro del proprio mondo per riuscire a dare un contributo alle relazioni, senza prevaricare gli altri o soffocare se stesse.
Ho segnato nel mio diario i principi dell’assertività con l’impegno di seguirli:
- ho il diritto ad essere trattato sempre con rispetto e dignità;
- ho il diritto di essere me stesso/a e di essere unico/diverso;
- solo io ho il diritto di giudicare i miei comportamenti, pensieri ed emozioni assumendomene la responsabilità e accettandone le conseguenze;
- ho il diritto di non giustificare il mio comportamento adducendo ragioni, scuse o spiegazioni;
- solo io ho il diritto di decidere se occuparmi o meno dei problemi degli altri, di prendermi responsabilità al posto di chi rifiuta di prendersele;
- ho il diritto di cambiare opinione, parere e modo di pensare così come di sbagliare assumendomi le responsabilità delle eventuali conseguenze;
- ho il diritto ad avere ed esprimere un’opinione personale non coincidente con quella altrui e ad essere ascoltato/a e preso/a sul serio;
- ho il diritto di rifiutare una richiesta che mi porta via troppo tempo o risorse dai miei impegni, di non soddisfare sempre le aspettative altrui, dire di no senza sentirmi in colpa;
- ho il diritto di chiedere ciò che ritengo opportuno nel rispetto del reciproco diritto a rifiutare;
- ho il diritto di dire “non capisco” a chi non mi dice chiaramente cosa si aspetta da me, di dire “non mi interessa” quando non voglio essere coinvolta in iniziative di altri, di dire “non so” quando mi si richiede una competenza che non ho.
E voi? che ne pensate? Meglio agire, piangere, rifarsi il trucco e andare, o stare lì, buone buone, ad aspettare in silenzio?