Sta per chiudersi questo 2021.
No, nessun “era ora” uscirà dalla mia bocca per salutarlo!
In questi giorni di ennesima fase di pandemia siamo divisi tra “positivi” e “negativi”. Io per natura amo pensare in positivo… ma il fatto di essere “negativa” (o almeno non positiva certificata!) ora mi sembra una bella cosa.
Sto iniziando a mettere da parte i ricordi, a mettere a fuoco quanto ho imparato di me e della vita, delle persone che mi stanno accanto. Domani qui inizieremo i rituali di fine anno. Perché è importante praticare la gratitudine, riconoscere che un anno non sono 365 giorni uno uguale all’altro, che ognuno di essi ci ha fatto crescere e cambiare. E che continueremo a farlo.
Mi dispiace avere questo senso di paura. Soprattutto di fare del male alle persone che amo. E anche il timore di uscire non mi appartiene. Penelope esce!
Ho la vertigine per la paura e il desiderio di buttarmi. Il Capodanno è un rito collettivo, ma io sento che ogni mattina è un nuovo inizio. Quindi, come al solito, non faccio progetti o programmi. Un anno fa avevo creato una visual board su come avrei voluto che fosse questo anno, e ammetto che mi ha aiutata a tenere il punto dei miei desideri. Ne farò una nuova il 31!
Ma già li sento, ho dei desideri che mi stanno esplodendo dentro. Non voglio che oltre alla paura naturale del nuovo si aggiunga anche la paura per il virus.

Sono già emozionata perché nei prossimi mesi dovrebbero accadere tante cose che ho desiderato e per cui ho lottato. Il solo pensiero mi fa esplodere il cuore!
Cerco di frenare la frenesia di far accadere le cose. Seguo il ritmo.
Mi sento grata per ognuno dei 365 giorni di questo folle 2021. Festeggio il percorso che mi ha condotta fino a qui. Non sono stati tutti giorni “positivi”… anzi! Ma il motto questo anno è quello di Epitteto:
Non è ciò che ti accade, ma come reagisci, che ha importanza
Ho avuto la fortuna in questi mesi di aver visto donne e uomini fortissimi reagire a quello che stavano vivendo, e anche io l’ho fatto.
Ho imparato che la prima cosa da focalizzare sono gli obiettivi, e poi cercare di sviluppare gli strumenti che ci saranno utili per raggiungerli. E’ quello che viene biblicamente definito “costruire la casa sulla roccia”. Spesso credo di essermi accollata obiettivi comuni che non erano i miei. Copioni di vite che non mi somigliavano. Indirizzarci verso un sentire profondo e personale, che parta dai nostri veri desideri, dalle nostre possibilità e capacità, ci può aiutare ad essere meno frustrati. E anche pronti a seguire il flusso degli eventi.
Nessun test potrà mai decidere se saremo positivi o negativi nel reagire alla vita.
Un bel respiro… e buttiamoci senza paura.