Non aspettare di essere felice per fare cose belle

... fai cose belle per essere felice”

Sono in treno, direzione Lecce.

E’ quasi Natale, quasi fine di questo 2020+1. Ci siamo. L’aria è cambiata, sospesa.
Io, invece di fare progetti per il mio futuro incerto, ripenso a questo anno pieno di cambiamenti, e mi viene la vertigine. Non faccio mai buoni propositi per il nuovo anno, ma voglio coltivare sogni! Mi auguro di proseguire la strada (sconclusionata) che ho iniziato in questo biennio doloroso eppure importante per la mia crescita personale.

Ho scritto poco, viaggiato e vissuto tanto. Sto guardando le foto di questi dodici mesi e non credo ai miei occhi! Quanti posti meravigliosi, pezzi di cuore che ho abbracciato e riabbracciato, persone meravigliose che ho conosciuto, micetti sparsi che ho coccolato e… in alcune sono bella come non sono mai stata, segno che ero veramente felice.

La fine dell’anno mi sta regalando la liberazione dalla staus di “cassa integrata” in cui sono stata imbrigliata per diciotto mesi. Certo, ora sono disoccupata, ma in fondo non ho mai smesso di lavorare.

Aspetto Natale in una nuova casa. Perché ormai mi sono decisa: Civitanova e la casa dei miei nonni saranno casa mia. Un punto di partenza per proseguire i miei viaggi e progetti ma anche dove placarmi e ritrovarmi.

Sono una quarantenne che vive da ventenne (lo dico sempre che i quaranta sono i nuovi venti!!!). Mi sento sempre al punto di partenza, ma ho capito che dipende tutto dal mio essere inquieta e multi potenziale: una vita “schematizzata” non l’ho mai cercata.

In realtà, non ho mai avuto un progetto chiaro! A parte uno: essere felice.

Tutto in questo anno sembrava portarmi a stare ferma, immobile. In attesa che il mio futuro si delineasse, la pandemia non è mai finita e invece io mi sono mossa tantissimo. Ho cambiato città, fatto viaggetti e soprattutto nel periodo estivo ho fatto non so quanti chilometri e quante avventure. Dato che venivo pagata per non lavorare… non ho lavorato e ho utilizzo il mio tempo per fare esperienze.

Ormai ho questo schema: la mia estate inizia a Stromboli e si chiude sulle Dolomiti. E così è stato anche quest’anno, con in mezzo nuove esperienze.

Stromboli mi ha accolta a metà giugno, lì ho finalmente lavorato alla Festa di Teatro EcoLogico ma la Penelope che è scesa dalla nave era diversa da quella degli altri anni. Quest’anno avevo bisogno di muovermi, esplorare, immergermi nel mare, contemplare Iddu da vicino, le sue esplosioni, ballare, fare i bagni di notte. L’energia, unica, che sento quando sono sull’isola l’ho fatta esplodere, ed è stato bellissimo!

La Sicilia è stata la mia terra per un mese. Da Capo d’Orlando ho visto tramonti infiniti, e da lì ho fatto avventure bellissime. Ho preso un aereo e mi sono goduta quattro giorni di solitudine a zonzo con lo scooter per Lampedusa, terra meravigliosa, bianca, con un mare azzurro ma così azzurro non lo avevo mai visto! Sono stata poi felice di uscire dalla mia solitudine per passare una settimana nella nera Linosa con la mia migliore amica e la sua piccola Dora. In bici l’ho girata tutta questa terra che si è formata dall’eruzione di antichi vulcani, ne sentivo l’energia, ho goduto della sua bellezza selvaggia.

Lampedusa

L’estate è terminata a Milano, con la mia sorellona guerriera, che in questo 2021 mi ha dato prova che non conta quello che ti succede ma come reagisci. E lei ha una forza da super woman!

Poi, di nuovo solitaria, sono andata sulle Dolomiti, nel “mio” Rifugio Falier a farmi coccolare, a mettermi alla prova e raggiungere delle vette che mi erano state ostili anni fa.

Quando a metà settembre sono tornata a casa, ero confusa per la bellezza di tutto quello che avevo vissuto.

E lo sono ancora.

Ho ripreso a lavorare, e ho capito che devo concentrarmi sugli obbiettivi. Non avrò mai un solo progetto, un solo e chiaro percorso, ma posso iniziare a immaginare come vorrei essere fra tre anni.

Credo che il 2020 mi abbia lasciato un grande desiderio di assaporare tutto. Ogni possibilità, ogni occasione. E che abbia tirato fuori da ognuno di noi tante di quelle informazioni su come siamo che dobbiamo darci il tempo per processarle, metterle in ordine.

Sento una forte spinta a fare, cambiare… ma devo saper aspettare “fino alle braci”. Nulla dipende solo da me (per fortuna!) e per costruire un futuro su delle basi solide serve tempo. Darsi e dare tempo affinché sia tutto realmente pronto.

A settembre è anche uscito l’ultimo libro di Chandra Candiani. Non credo sia un caso, io al caso non ci credo. Credo che io debba iniziare un nuovo percorso proprio partendo da quelle pagine disordinate

Una buona pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia. Esercitarsi a non sapere e a meravigliarsi. Guardarsi attorno e lasciar andare il concetto di albero, strada, casa, mare e guardare con sguardo che ignora il risaputo. Esercitare la meraviglia cura il cuore malato che ha potuto esercitare solo la paura.

Il mio cuore ha ripreso a battere e sognare.
Iniziamo presto i riti per salutare questo 2020+1! Preparatevi!

2 pensieri su “Non aspettare di essere felice per fare cose belle

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